Nella puntata precedente abbiamo introdotto il concetto di meme e descritto il suo formato più classico. Ma il formato classico è stato superato da forme manieristiche, barocche, neoclassiche e da avanguardie. Insomma vediamo come siamo passati dai meme pre-ironici a quelli ironici, cioè quelli che non si capiscono e non fanno più ridere (noi boomer).
Dai meme pre-ironici ai meme ironici
I meme pre-ironici sono quelli che, bene o male, capiamo tutti immediatamente. Se non lo capite o siete privi di senso dell’umorismo oppure è un meme fatto male (come una barzelletta raccontata male).
Oggi sono diventati tanto comuni e pop da aver generato perfino un gioco da tavolo, in cui i giocatori si sfidano a riconoscere e creare meme.
Come molti fenomeni di internet, però, quando diventano di pubblico dominio perdono di fascino e quindi di interesse, arrivando ad essere considerati mainstream, da quella parte di creatori-fruitori più esperti.Vi ricordate quando abbiamo usato l’espressione “lo scherzo infinito”? Probabilmente ve lo ricordate solo se siete fan di D.F. Wallace o di Shakespeare, perché era un ammiccamento proprio per voi, miei cari amici letterati. Quanto ci fa sentire fighi aver letto tutto Infinite Jest o citare a memoria il Bardo? Ecco se tutti lo facessero forse ci darebbe fastidio, ci sentiremmo un po’ meno speciali, un po’ meno parte di una cricca di eletti che si intende senza che gli altri colgano la finezza della citazione (ma poi l’avete letto davvero o è solo per sembrare all’altezza degli intellettuali che dicono di averlo letto?) Ecco con i meme succede lo stesso.
Ed è così che nascono nuove forme di meme, più “esoteriche” e criptiche, ovvero i meme “ironici”, come spiegato da Alessandro Lolli:
La famiglia dei meme ironici rende la cornice un oggetto da contestare, rivalutare, contraddire. La cornice per battute non diventa irrilevante, non prescrive ma continua a orientare le altre parti del meme, in un processo dialettico non rigido e unidirezionale. Si può proporre di chiamare l’insieme di ironic, metaironic e post-ironic memes come ‘meme riflessivi’. Sono meme riflessivi perché consapevoli di essere meme, di far parte di una storia fatta di usi e controusi. Per questo la decodificazione della battuta non potrà prescindere dalla conoscenza (sia semiotica che storica) di queste prassi. I meme riflessivi contraddicono esplicitamente la prescrizione della cornice o la esasperano fino all’assurdo, combinano diverse cornici per mostrarne le frizioni interne o deragliano direttamente nel nonsense.
Come si riconoscono i meme ironici?
In termini generali, possiamo rilevare alcune caratteristiche che ci permettono di comprendere (e riconoscere) tutta la famiglia dei meme ironici o riflessivi (lasciando da parte per ora la distinzione tra ironici, metaironici e post-ironici).
La loro caratteristica distintiva, (almeno secondo uno studio di due ricercatori in linguistica e cultural studies, Vinicio Ntouvlis e Jarret Geenen) è la loro intenzionale tendenza a essere “peggiori di proposito”.
Questi meme mettono sistematicamente in discussione le norme linguistiche dei meme, dando vita a contenuti multimodali di difficile interpretazione diretta. La loro bruttezza intenzionale può esprimersi a diversi livelli:
- Livello testuale, con punchline mancanti o deviazioni dalle convenzioni dell’impostazione macro e frequenti sgrammaticature;
- Livello visivo, dove l’immagine può essere tagliata male, pixelata e sottoposta al trattamento “fritto”.
Non è la frittura dei supplì, come potreste pensare, ma una frittura causata da decine di filtri al punto che l’immagine appare sgranata, slavata e dai colori strani. Secondo il sito Know Your meme, si chiamano “Deep fried meme” e rappresentano un particolare stile di meme. Così, per esempio:
Un altro tratto rilevante dei meme ironici è il “cringe“. Questi meme infatti abbracciano volontariamente la bruttezza, anche perché cercano di evocare/parodiare quell’utilizzo ingenuo o incompetente dei meme che produce imbarazzo (cringe) nel fruitore esperto. Secondo le parole di alcuni memer intervistati sempre da Ntouvlis e Geenen:
Più si fa cringe, meglio è. Il cringe funziona come una curva. Da un lato, non c’è il cringe, che piace alla gente. All’altro estremo, c’è il cringe alto, che piace alle persone ironiche. Nel mezzo c’è Facebook, che le persone esperte di meme odiano.
I meme ironici si basano su materiale ormai datato e prendono in giro “le str*****e che prima trovavamo divertenti e che ora sono diventate cringe”.
Classificazioni
Anche se abbiamo ampiamente semplificato la descrizione dei meme ironici, è bene tenere presente che la sovversione dei meme pre-ironici è già stata sovvertita a sua volta e si sono sviluppate ulteriori tipologie di meme, come quelli citati prima: i meme meta-ironici e post-ironici.
A mettere un po’ di ordine ci ha pensato lo studioso di meme Seong-Young Her, che nel sito The philosopher’s meme propone un’accurata classificazione dei meme sulla base della sovversione di canoni stilistici e narratologici del genere.
Complicato, eh?
Per comprendere a pieno tutte queste sfumature c’è un solo modo: essere parte della community che conosce e determina le regole del gioco dei meme. Ma questa è un’altra storia, buona per la parte III di questa serie
Per approfondire
- https://knowyourmeme.com/
- Alessandro Lolli. La guerra dei meme: Fenomenologia di uno scherzo infinito Effequ, 2017
- Ntouvlis, V., & Geenen, J. (2023). “Ironic memes” and digital literacies: Exploring identity through multimodal texts. new media & society, 14614448231189801.
- https://thephilosophersmeme.com/
- Pauliks K (2021) Memeing against mainstream. An analysis of dank memes and the pictorial (counter-)practices of meme culture. In: AoIR 2021: the 22nd annual conference of the AoIR. Available at: https://spir.aoir.org/ojs/index.php/spir/article/view/12006
- Nissenbaum A and Shifman L (2017) Internet memes as contested cultural capital: the case of 4chan’s /b/ board. New Media & Society 19(4): 483–501.
- Granata Y (2019) Meme dankness: floating glittery trash for an economic heresy. In: Brown A and Bristow D (eds) Post Memes: Seizing the Memes of Production. Santa Barbara, CA: Punctum Books, pp. 251–276.
- https://www.vice.com/it/article/pa3848/la-guerra-dei-meme-e-appena-iniziata